GARAMOND. BODONI. CENTURY. FUTURA.
Ne hai mai sentito parlare?
E se ti dicessimo Times New Roman? Forse ti è più familiare.
Di cosa stiamo parlando forse lo avrai già intuito e cioè dei caratteri tipografici, conosciuti anche come typeface o font, anche se quest’ultima dicitura non è proprio correttissima, ma questa è un’altra storia (se la vuoi conoscere, dicci!)
Ma che cos'è un carattere tipografico?
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Glifo? … e che cos’è, un animale mitologico?
Con il termine glifo (e non grifone 😉) si intendono i numeri, i simboli e i segni di punteggiatura che, uniti ai caratteri, e cioè le lettere, formano i caratteri tipografici.
Sono sempre esistiti?
La risposta rapida è: NO.
Bom. Fine dell’articolo, grazie e arrivederci.
In realtà la scrittura che usiamo è quella latina; essa deriva dalle lettere “capitali” dell’epoca classica romana (le scritte che vediamo sui monumenti dell’antica Roma).
Da quella si ricollegava la scrittura usata nel periodo medievale dai monaci amanuensi, cioè da monaci addetti alla copiatura di testi antichi.
Una curiosità?
Poichè i copisti medievali tracciavano i caratteri uno ad uno, in realtà i codici (cioè i libri) si rivelavano di volta in volta diversi per l’espressione soggettiva e artistica di chi lo realizzava. Non esisteva quindi un unico carattere!
Quindi… quando è nato il carattere tipografico? La risposta è facile: quando è nata la stampa!
L’introduzione della stampa a caratteri mobili, avvenuta nel XV secolo, ha permesso una realizzazione più rapida, più semplice e costante dei segni dell’alfabeto. Piano piano i vari tipografi, a quel tempo considerati veri e propri artisti, avrebbero creato i propri distintivi caratteri tipografici.
GARAMOND. BODONI. CENTURY. FUTURA.
Siamo tornati al punto di partenza.
Speriamo con qualche info in più!
Con #IlTipoSTORIA inizia un nuovo viaggio, alla scoperta delle STORIE DI CARATTERE. A presto con il primo appuntamento della rubrica, dedicato al primo artista-tipografo e al suo carattere tipografico!