17 Ottobre 2024 Il Tipografo

#IlTipoSTORIA: i calendari

Un anno, negli anni. I calendari nella storia

Un anno: 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 9,54 secondi.

Per noi questo è un dato di fatto. Ma siamo sicuri che sia sempre stato così, in ogni epoca storica?

Un anno, negli anni. #IlTipoSTORIA ti racconta la storia dei calendari.

 

Ogni civiltà ha sentito la necessità di misurare il tempo e la base più sicura per farlo era il movimento degli astri e dei pianeti, in particolare del Sole e della Luna. Gli Egizi, ad esempio, adottarono il calendario solare e distinguevano così tre stagioni, legate alle fasi di piena del Nilo e ai raccolti.

"Sia i calendari lunari sia quelli solari
non erano però al 100% corretti
perché non corrispondevano
alla durata effettiva dell’anno solare. "

La soluzione dei nostri antenati? I «mesi intercalari», cioè in più, supplementari, per compensare il ritardo del calendario. Un esempio lo troviamo nel calendario usato dai Romani fino ai tempi di Giulio Cesare: l’anno era suddiviso in 12 mesi lunari e la sua durata era di 355 giorni.; in tal modo esso veniva a trovarsi indietro di circa 11 giorni rispetto all’anno solare, perciò ogni due anni si aggiungeva un «mese intercalare» di 22 giorni.

Questo espediente non risolveva tutti i problemi e con l’andar dei secoli si arrivò a un grave disaccordo fra le date del calendario e le vicende stagionali; si rese quindi necessaria una correzione!

Il calendario giuliano

La soluzione arrivò proprio con Giulio Cesare nel 46-45 a.C.: l’anno civile venne fissato in 365 giorni, stabilendo però di aggiungere un giorno ogni quattro anni. In questo modo si compensava la differenza delle sei ore in meno rispetto all’anno solare. Ecco chi ha introdotto l’anno bisestile!

Tuttavia i problemi non erano finiti! Il valore dell’anno solare adottato nel calendario giuliano era leggermente superiore al vero e la differenza (11 minuti e 14 secondi) si fece sentire col passare dei secoli: verso la metà del XVI secolo l’equinozio di primavera si verificò l’11 marzo anziché alla data del 21 marzo.

Il calendario gregoriano

Questo forte divario suscitò in Gregorio XIII (papa dal 1572) una particolare preoccupazione: se fosse rimasto in uso il calendario giuliano, la Pasqua avrebbe finito con l’essere celebrata in estate. Impossibile da digerire!

Per evitare questo inconveniente, papa Gregorio XIII convocò un’apposita commissione, costituita di illustri astronomi, matematici ed ecclesiastici, a cui affidò il compito della riforma del calendario giuliano. Il nuovo calendario gregoriano entrò in vigore il 15 ottobre 1582… e cosa prevedeva? Si provvide innanzitutto ad eliminare i 10 giorni di differenza che ormai si avevano tra anno civile e anno solare, e così dal 4 ottobre 1582 si saltò direttamente al 15 ottobre 1582. Il calendario gregoriano, oltre ad essere diviso in mesi, si compone di settimane che hanno durata quasi uguale alle fasi lunari. Esso conta gli anni a partire dalla nascita di Cristo (Era cristiana).

Il calendario gregoriano è quello che ancora oggi utilizziamo.

Infine, sai che nel mondo, ancora oggi, esistono vari tipi di calendari?

Il calendario musulmano, per esempio, è basato sul mese lunare e ha gli anni formati da 354 o 355 giorni. L’anno 0 corrisponde all’Egira, cioè alla data della fuga di Maometto dalla Mecca a Medina, avvenuta il 16 luglio 622 d.C.

Anche il calendario ebraico è fondato sul mese lunare, ma è fatto in modo da non rimanere troppo indietro rispetto all’anno solare. In esso si parte dalla supposta data della creazione del Mondo (Annus Mundi), che dovrebbe corrispondere al 3761 a.C.

 

Un anno, negli anni. #IlTipoStoria ti ha raccontato i calendari nella storia.

Quante di queste curiosità conoscevi già?

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