24 Settembre 2024 Il Tipografo

#IlTipoSTORIA: la carta

Quando scrivevamo ovunque, tranne che sulla carta

C’è stato un tempo in cui gli uomini volevano scrivere, ma in giro non si trovava neanche un pezzettino di carta. Come facevano allora?

#IlTipoSTORIA ti racconta la storia della carta.

 

Chi di noi ha ancora in mente qualche nozione scolastica (oltre a Tigri-Eufrate e barbabietola da zucchero), ricorderà che il passaggio fra Preistoria e Storia è avvenuto proprio a seguito dell’invenzione della scrittura. Tutto bello, eh. Ma non pensiamo che i nostri antenati scrivessero sulla carta; il supporto su cui siamo abituati a scrivere sarà inventato solo millenni più tardi. C’è stato un periodo in cui scrivevamo ovunque, tranne che sulla carta.

"Scrivevamo sul papiro, sulla pietra, sulla pelle di animale.
Scrivevamo sulla ceramica, sul metallo, sull’osso.
Scrivevamo ovunque, tranne che sulla carta.
"

Papiro

Ecco che torna qualche lontano ricordo dai tempi della scuola! Tutti più o meno abbiamo in mente come è fatto un foglio di papiro e magari qualcuno ne ha visto anche uno dal vivo. Nel migliore dei casi sappiamo anche già che il papiro è una pianta dal quale si può, togliendone la corteccia, ricavare delle striscioline di polpa; proprio queste verranno sovrapposte a formare i fogli.

Quello che magari non sai è che il papiro è stato il supporto più diffuso ed utilizzato. Inventato in Egitto alla fine del IV millennio a.C., si diffonderà in tutto in Mediterraneo grazie all’espansione romana e verrà utilizzato per moltissimo tempo, fino all’anno 1000 d.C.!

Pietra, metallo, osso

Se sul papiro si usavano inchiostri per scrivere, molto diverso era il gesto compiuto quando si sceglieva di farlo su pietra, metallo ed osso. Tutti e tre questi supporti dovevano ovviamente venir incisi.

Se sceglievi di incidere su osso di animale, dovevi per prima cosa sceglierne uno ampio e piatto; non è molto facile scrivere qualcosa su una rotula, non credi? Ed in generale quello che andavi a scrivere non era di particolare importanza.

Tutta un’altra storia se si decideva di incidere (o coniare, nel caso di monete) il metallo, soprattutto se prezioso, o la pietra. Entrambi venivano utilizzati per testi dalla funzione pubblica: avvisi, proclami, cippi funerari… Sicuramente ti sarà capitato di vedere alcuni esempi di questa tipologia, in qualche museo italiano.

Ceramica

Inchiostri, incisione… e sulla ceramica?

In realtà entrambe le cose. Alcuni vasi riportano infatti iscrizioni dipinte prima della cottura, altri venivano invece incisi con l’aiuto di uno stilo.

Hai mai sentito parlare del termine ostraka? In un mondo, quello antico, in cui si cercava di dare nuova vita a molti oggetti, anche a quelli rotti o rovinati (W la sostenibilità!), per non doverne acquistare di nuovi, ecco che si riutilizzavano anche i frammenti di ceramica. Questi venivano utilizzati, dopo la rottura, come supporto su cui scrivere. Dal vaso decorato all’anfora porta vino, nulla finiva in discarica prima di diventare un antenato del nostro block notes!

Se sei un buon osservatore, avrai notato che all’appello manca ancora la pelle di animale. Il discorso è ancora lungo e per non infierire sulla tua pazienza, preferiamo dedicare all’argomento un altro articolo.

Vorrà dire che ti toccherà seguirci e rimanere in trepidante attesa di un nuovo appuntamento di #IlTipoStoria!

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