Onesti sono i versi di Giovanni Zirilli e appassionate le parole che rivolge agli amori, alle emozioni e agli eventi che hanno attraversato la sua esistenza.
“Notturni” è una vita in rima.
Notturni.
Tra frammenti di vita e presagi di morte
“Notturni. Tra frammenti di vita e presagi di morte” può essere definito in vari modi. Ad un primo e veloce approccio, verrebbe da apostrofarla come una semplice raccolta di poesie, come tante altre. In effetti la struttura è quella tipica; al suo interno sono conservati componimenti poetici scritti dall’autore e organizzati secondo tematiche, come vedremo tra poco.
Tuttavia chi lo ha letto, andando quindi oltre il primo e rapido giudizio, è spinto a definire il volume in una maniera differente: un tentativo di compendio. Pagina dopo pagina si attraversano le varie fasi della vita di Zirilli; in questo viaggio si incontrano infatuazioni, delusioni, ricordi, perdite, grandi amori… Verrebbe proprio da dire che “Notturni” è una vita in rima.
Sebbene Giovanni Zirilli, classe 1940, non sia diventato poeta di professione, bensì laureato in Medicina ed ex primario ospedaliero, la sua attenzione per il mondo della letteratura e dell’arte è sempre stato evidente. Alcune poesie sono già state pubblicate, in passato, su riviste d’arte e antologie, ma “Notturni” è la sua prima raccolta personale.
Ispirazione per il titolo è stata una delle tre sezioni del volume: Frammenti di vita, Notturni e Presagi di morte.
Frammenti di vita dà inizio alla raccolta, subito dopo la dedica dell’autore alla propria famiglia, e contiene i componimenti più brevi, frammenti appunto; brevi flash di esperienze di vita, di persone incontrate e di sentimenti provati.
Ci verrebbe da definire la seconda parte, Notturni, come la più “oscura” delle tre, ma dobbiamo trattenerci nel farlo. Il titolo si riferisce al momento della giornata in cui questi pensieri sono ambientati, ma le tematiche sono le più disparate. L’autore è vigile, nonostante l’ora tarda e riflette senza tanti filtri. Questa sezione è inoltre ricchissima di componimenti scritti in dialetto napoletano, omaggio alle origini del Zirilli e segno della spontaneità di queste poesie.
Presagi di morte è nostalgia, rimpianto, passato ma anche futuro. Ricchissime in questa sezione sono le rime dedicate alla perdita della madre, che viene ripensata carica di affanni e di dolore, e parole dolcissime le vengono dedicate. La morte è protagonista delle ultime pagine del libro, tuttavia non si tratta sempre di qualcosa di “definitivo” e “doloroso”; la morte per Zirilli è anche un ritrovarsi, con la possibilità di stare di nuovo insieme.
"… ma io so già che un giorno,
forse neppur lontano,
mi chiamerai al tuo fianco,
e di nuovo bambini
mi condurrai per mano
nei giardini del cielo. "
Come ogni esistenza ha un inizio e una fine, una vita in rima ha anch’essa una conclusione che combacia con un’altra conclusione: la vita dell’autore. Le ultime poesie della raccolta sono infatti dedicate alla moglie, agli affetti, ma anche a se stesso, nel momento della dipartita; un accogliere la morte e la nuova vita che verrà.